Una comunità cor-aggiosa

I Verbi del Cuore

Cor-aggio


   COR-AGGIO è saper cambiare, sapersi affidare a Dio che fa nuove tutte le cose; saper andare controcorrente. Siamo invece inseriti in gruppi, associazioni, parrocchie che non hanno il coraggio di guardare avanti, condizionati dal “si è sempre fatto così”, paurosi solo all'idea di provare nuovi percorsi, programmare nuove vie...
A pianificare il volto della comunità è il Consiglio pastorale.   Tuttavia la collaborazione tra clero e laici è soprattutto nella gestione e nel funzionamento dell'istituzione parrocchiale quali il consiglio degli affari economici e la programmazione del volontariato sociale.
I preti sono attorniati da un gruppo di laici cui sono attribuiti ruoli diversi, non sempre di corresponsabilità. Più che familiari di una casa comune, i laici in parrocchia sono, per una buona parte, inquilini che frequentano una struttura ancora in mano al clero.
Il lavoro di progettazione della parrocchia si è rivelato un luogo maturante per le comunità cristiane, obbligando preti e laici ad un'interazione più fluida e a porre in primo piano la figura di chiesa che si intende realizzare. Tuttavia, se c’è maggiore coscienza dei grandi temi della chiesa e del mondo, si stenta a generare conclusioni percorribili in grado di incidere sulla quotidianità delle istituzioni parrocchiali. Da qui  la situazione di stanchezza e di logoramento degli organismi di partecipazione.
L’azione pastorale mostra il volto di una chiesa moderata, in posizione di attesa, popolare, non esagerata nelle richieste ai fedeli, pronta ad accogliere il bisogno religioso; insomma una chiesa poco impegnata nella “missione” e in una nuova evangelizzazione, tanto auspicate dai vescovi e dal Papa. I giovani e le famiglie sono i principali destinatari del tempo dei pastori. 
I sacerdoti si sforzano di dare qualità e dignità ai sacramenti celebrati anche attraverso una buona sussidiazione catechistica, ma constatano un senso di impotenza nel fare maturare il bisogno religioso che muove la gente a chiedere i sacramenti. La richiesta di un qualsiasi passo ulteriore nella direzione di una scelta di fede più matura può mandare in frantumi, come d’incanto, quel carattere popolare che il cattolicesimo in Italia è riuscito a custodire. 
Non sembrano esserci grandi progetti di evangelizzazione nei confronti di coloro che si accostano agli ambienti religiosi in modo saltuario e casuale; piuttosto ci si presta all’ascolto ogni qual-volta che essi si presentino, con un'attenzione umana aperta a tutti attraverso l’attesa paziente e vigile.
Occorre una pastorale dell’annuncio nella forma del dialogo e della relazione, che privilegi l’incontro delle persone. La maggiore attenzione all’ascolto e al dialogo porterà lentamente a vivere l'azione pastorale verso una logica più partecipativa e relazionale.

 

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